Oggi basta un twet per introdurre nel dibattito pubblico del Paese il tema della legalizzazione della cannabis. Meraviglia dell’informazione in 140 caratteri.
Quando nel dicembre del 2004 (quasi dieci anni fa!) il Parlamento europeo approvò la mia raccomandazione sul “Piano d’azione sulle droghe 2005-2012” ci fu una grande mobilitazione internazionale a sostegno di una posizione straordinariamente innovativa che, per la prima volta, veniva sostenuta da una istituzione comunitaria.
Ovviamente in Italia, Paese attento solo per convenienza politica alle scelte dell’Europa, pochi si accorsero della nuova posizione del Parlamento di Strasburgo. Tra questi Bruno Vespa che, in coerenza con una visone provinciale, invitò alla sua trasmissione serale due esponenti politici nazionali che, ovviamente, discussero di tutto, tranne che della mia relazione approvata da Parlamento europeo.
Mentre io fui invitato a discuterne in Bolivia, Perù, Argentina, Messico, Spagna, Belgio, Olanda, Inghilterra, Svizzera…
In quel testo, tra le altre cose, si affermano due cose fondamentali: la politica proibizionista, voluta dall’Onu, era stata fallimentare e bisognava cambiare strategia attraverso la legalizzazione della produzione di foglie di coca (che per i pochi che non lo sapessero non è cocaina!) e l’ingresso nel mercato legale delle sostanze leggere.
Una posizione innovativa che ancora, malgrado il tempo, viene citata spesso. Speriamo che un twet del 2014 abbia più successo di una risoluzione del Parlamento europeo del 2004.