Contro lo spaccio che assedia le strade del Pigneto gli abitanti raccolgono le firme per l’apertura dei ‘Cannabis social club’ e distribuiscono semi di marijuana. “La repressione non ha funzionato bisogna provare con la depenalizzazione e la legalizzazione del consumo”.
Hanno cominciato a raccogliere le firme durante la due giorni di mobilitazione ‘Spiazziamoli’, promossa da comitati e associazioni contro gli affari delle mafie nella Capitale. Sono gli abitanti del Pigneto che, stufi dello spaccio che assedia le strade del quartiere e arricchisce la criminalità organizzata, hanno deciso di intraprendere una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione per la depenalizzazione dell’uso e della coltivazione delle droghe leggere.
Così lo scorso sabato hanno regalato semi di cannabis e raccolto le firme per la l’apertura anche a Roma dei ‘Cannabis social club’, locali dove grazie ad una apposita autorizzazione e diventandone soci, è possibile consumare marijuana e hashish, come ad esempio già accade in Spagna. Il Pigneto come Amsterdam? Non proprio: quello che chiedono gli abitanti del Pigneto non è la libertà di vendere erba in maniera legale come accade in Olanda, ma di depenalizzare il consumo personale e regolamentare la coltivazione in maniera da sottrarre il mercato al narcotraffico.
“La repressione non funziona, l’abbiamo visto in questi anni – spiegano gli abitanti – Si può continuare a mettere polizia sulla strada, colpire i piccoli spacciatori, spesso anche loro immigrati senza permesso di soggiorno vittime delle mafie, ma poi ricomincia tutto da capo. Al massimo lo spaccio si sposta di qualche metro. Per questo proponiamo soluzioni nuove che combattano il narcotraffico e liberino le strade dallo spaccio rendendole vivibili per tutti gli abitanti e i frequentatori”.
Di seguito il testo della petizione in calce alla quale gli abitanti hanno raccolto già più di duemila firme.
Onorevoli Presidenti di Camera e Senato
siamo abitanti del rione Pigneto, un piccolo pezzetto di Roma diventato una rinomata piazza di spaccio. Siamo cittadini italiani, migranti, donne, uomini, anziani e ragazzi stretti tra la violenza del narcotraffico e la brutalità della risposta repressiva dello stato.
Il nostro territorio è teatro quotidiano di risse e violenze tipiche del mercato mafioso delle droghe ma anche di continue e spettacolari operazioni delle forze dell’ordine oltre che della presenza costante della narcotici, di camionette di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Noi siamo i quotidiani testimoni del fallimento delle politiche proibizioniste.
Ormai in tanti paesi in tutto il mondo si stanno sperimentando con successo pratiche diverse.
La legalizzazione della Cannabis, un approccio non punitivo verso i consumatori, si stanno rivelando gli strumenti più efficaci per contrastare il narcotraffico e per liberare nuova economia e risorse magari da usare per la prevenzione.
In Italia che cosa aspettiamo? Ogni giorno che passa è un giorno per cui le mafie ringraziano.
In questo momento in parlamento giacciono ferme almeno 6 proposte di legge in materia.
Vi preghiamo di convocare i Presidenti di commissione, i capogruppo di camera e senato e di chiedergli di riprendere subito il loro esame.
A tutti coloro che non ne vedranno l’urgenza o che opporranno motivazioni ideologiche, noi faremo volentieri da guida una sera al Pigneto per mostrargli la tangibile miseria a cui la loro scelta ci condanna.