Comunicato della Rete Antifascista Perugina
Ve anche: Valtiberinaonline.it, Cronaca di Perugia
(dal giornale dell’Umbria del 19 e 20.10.07), TUTTOGGIINFO e Lettera22.it
Venerdì 12.10.07
Aldo Bianzino, falegname 44enne di Pietralunga (PG), veniva arrestato
insieme alla sua compagna perché in possesso di piante di marjuana per
uso personale.
Notte tra sabato 13 e domenica 14 Aldo Bianzino viene trovato morto in una cella del carcere di Capanne (PG), semza ematomi evidenti all’esterno.
Venerdì 19 e sabato 20.10.07
L’autopsia rivela “lesioni compatibili con l’omicidio”: traumi
cerebrali, epatici e due costole rotte.
Aldo Bianzino in carcere non è stato in contatto con altri detenuti…e
il tipo di lesioni in questione può portare alla morte anche a distanza
di molte ore. La vittima potrebbe quindi essere stata picchiata prima,
durante o dopo l’arresto…con modalità che permettono di uccidere
anche, senza lasciare traccia visibile all’esterno, come i colpi inferti
con asciugamani bagnati.
Metodi fascisti di uno Stato di polizia, che le forze dell'”ordine”
conoscono molto bene.
Aldo è stato torturato e ucciso da chi lo aveva in custodia, dai tutori
della “sicurezza” e da chi questa sicurezza invoca e paga.
Aldo è stato barbaramente assassinato dallo Stato.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo buono, mite. Vecchio
compagno di Lotta Continua, attualmente vicino ad una comunità di Hare
Krishna, viveva tranquillamente la sua vita senza dar fastidio a nessuno.
LO HANNO PUNITO PER QUESTO?
Meglio dar fastidio allora!
È ciò che tenta di fare questo comunicato
Che Aldo Bianzino non sia morto invano! Che la sua morte violenta sia un
esempio e un ammonimento per tutti, per quanti invocano più sicurezza e per le potenziali vittime di essa.
Questa “sicurezza” fascista e xenofoba sfila oggi per le strade di
Perugia e non solo, sotto le bandiere tricolori, contro gli immigrati,
le prostitute, gli emarginati. Dice di voler sconfiggere lo spaccio di
droga, ma fa affari con esso e con esso alimenta il bisogno indotto di
sicurezza.
Di questa sicurezza con la celtica e la svastica i proletari non hanno
bisogno.
La sicurezza che vogliamo è sicurezza sul lavoro, affinché non ci siano
più omicidi bianchi per il profitto;
La sicurezza che vogliamo è sicurezza di un lavoro e non una vita di
precarietà;
La sicurezza che vogliamo è che l’ambiente in cui viviamo non sia
avvelenato dall’insicurezza delle fabbriche del capitale e depredato dal
saccheggio padronale dei beni comuni;
La sicurezza che vogliamo è che le stragi fasciste e di Stato non
restino impunite e che gli autori materiali e morali di questi crimini
non siano liberi di cavalcare queste crociate per la sicurezza di giorno
e scorrazzare di notte con le spranghe e le torce a dar la caccia ai
poveri, agli immigrati, ai gay, ai compagni;
La sicurezza che vogliamo è, quantomeno, il rispetto dei diritti
costituzionali, la libertà di esprimersi e lottare senza essere
criminalizzati e/o pestati da fascisti in doppio petto o in divisa e da
sceriffi di ogni risma.
Verità e giustizia per Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Marcello
Lonzi e tutti i proletari uccisi dallo Stato per le strade o in galera!
NO ALLO STATO DI POLIZIA E DI MODERNO FASCISMO
Aderiamo sin d’ora alle manifestazioni e ai presidi annunciati dagli
amici di Aldo Bianzino
Invitiamo tutti voi a inviare una lettera alle autorità italiane per chiedere la inchiesta sulle circostanze che hanno portato alla morte di Aldo Bianzino.