Di Joep Oomen
19 febbraio 2016
Si, anche Encod andrà quest’anno alla UNGASS ,ma per la maggior parte del tempo rimarremo all’esterno assieme ad attivisti del Nord e Sud America che intendono esprimere rabbia e dolore per la guerra alle droghe.
Noi ammiriamo gli rappresentanti delle ONG che credono ancora che si possa fare qualcosa all’interno per cambiare il corso delle politiche delle droghe
Noi ammiriamo la loro pazienza a resistere per tre giorni ascoltando frasi vuote che coprono la terribile verità.La proibizione delle droghe non si basa su un errore che può essere gradualmente riparata, si basa su una bugia deliberata iniziata per proteggere gli interessi di una élite finanziaria mescolata con razzismo e di tentativi di controllo geopolitico dei governi americani ed europei indirizzata contro il resto del mondo.
Credere che si possa andare all’UNGASS ed avere un tipo di dialogo con i governi è come se si potesse credere che gli ebrei avessero potuto negoziare con i nazisti per moderare il regime nei campi di concentramento
Noi non sappiamo cosa verrà fuori da questa UNGASS,ma sappiamo cosa è venuto fuori prima: nel 1961 sostenevano che avrebbero cancellato tutte le droghe nei prossimi 25 anni.
Nel 1998 sostenevavano Un Mondo Libero dalla Droga – e di poterlo fare in dieci anni….
Nel 2008 sostenevavano che ci avrebbero dato una occhiata il prossimo anno,
Nel 2009 affermavano che avrebbero fatto una valutazione nei prossimi dieci anni
Poi nel 2013, Messico e Colombia che non sopportavano più le violenze ed hanno richiesto che la UNGASS si tenesse nel 2016.
Ma già adesso delle persone dicono che posticiperanno ancora ogni decisione importante al 2019.
Qualunque cosa succeda alla UNGASS noi sappiamo che non sarà basata su nessun dibattito serio negli stessi paesi
En nessun paese, nè con la società civile, neppure con i parlamenti ci è stato alcun incontro per considerare seriamente l’ evidenza dell’impatto delle attuali politiche sulle droghe o le prospettive alternative
Mentre la società è pronta per il cambiamento, l’evidenza è schiacciante e ci dice che ogni tipo di regolazione è migliore della proibizione. Per ragioni sanitarie,sociali, finanziarie.
Ora alcune ONG parlano di trovare delle soluzioni all’interno delle attuali convenzioni, dal momento che abrogarle sarebbe indesiderabile( le convenzioni internazionali vengono percepite come qualcosa di valido,se le sospendiamo quella sulle droghe, si potrebbe suggerire di sospendere quella sui diritti umani) – e qui il termine riduzione del danno viene usato come una bacchetta magica che convertirà la proibizione in qualcosa di umano.
Si può essere un po’ sballati , ma non si può avere un po’ di ‘guerra alle droghe’
La riduzione del danno è uno strumento tecnico ma non è una strategia politica.
Non vi è una reale riduzione del danno senza una cornice legale per la produzione,elaborazione e distribuzione di ogni tipo di droga.
Per guadagnarsi la fiducia della popolazione mondiale o si opera un taglio radicale alle convenzioni sulle droghe oppure riformulandole totalmente in un modo positivo, incoraggiando i paesi a prendere le misure per migliorare la salute,la coesione sociale e la coesistenza pacifica tra i suoi abitanti e per proteggerli contro i rischi alla salute rispettando il loro diritto all’autodeterminazione, dove il controllo non è un sinonimo di proibizione, ma può esser interpretato come una modalità di regolazione in quei paesi dove la società e le autorità sono giunte a questa conclusione
Grazie