COMUNICATO STAMPA
1 giuglio 2009
Abbiamo conosciuto Roberta nei giorni successivi alla morte di Aldo,
giorni drammatici, durissimi, di intense mobilitazioni.
Abbiamo conosciuto la sua forza d’animo, la sua rabbia, la sua voglia di
lottare e il suo desiderio di conoscere la verità.
Una verità insabbiata, nascosta, che non riesce a venire fuori.
Roberta se ne è andata nel silenzio, senza riuscire a conoscerla.
Roberta Radici è la compagna di Aldo Bianzino, il falegname morto
misteriosamente nel carcere perugino di Capanne, la notte del 14 ottobre
2007. Aldo, insieme a Roberta, era finito in carcere con l’accusa di
possedere e coltivare alcune piante di marijuana e dal quel luogo non è
più uscito vivo.
Da allora, insieme a Roberta e suo figlio Rudra, insieme a Gioia (ex
moglie di Aldo) e ai figli Elia e Aruna, come “Comitato Verità
per Aldo”, abbiamo organizzato manifestazioni, iniziative, presidi e
volantinaggi affinché si facesse luce su questa vicenda.
Mercoledì 1 luglio alle ore 9.00 presso il Tribunale di Perugia si terrà
l’udienza preliminare relativa alla richiesta di rinvio a giudizio della
guardia carceraria in servizio durante quella notte, per il reato di
omissione di soccorso.
Oggi che Roberta non c’è più, sentiamo, ancora più forte, l’esigenza di
continuare a lottare insieme a Rudra, rimasto solo, e a tutti gli altri
familiari. Continueremo insieme.
PERCHE’ IN CARCERE PER UNA PIANTA D’ERBA NON SI DEVE FINIRE
PERCHE’ IN CARCERE NON SI PUO’ MORIRE