IL BOLLETTINO DI ENCOD SULLE POLITICHE DELLE DROGHE IN EUROPA
novembre 2017
La situazione della cannabis in Italia è ancora molto confusa,non per ultima la discussione per la possibile legalizzazione che non sembra avere avuto delle positive conseguenze per il destino di coltivatori e consumatori che sono ancora perseguitati e ed incarcerati per “crimini” senza vittime.
Anche la situazione della cannabis terapeutica in Italia non è migliorata di molto dal 2007 quando la Ministra della Sanità, la signora Livia Turco aveva permesso l’importazione della canapa medica dei Paesi Bassi. In origine, ma con molti problemi, un paziente poteva ottenere della cannabis terapeutica per 10 euro mentre ora il prezzo può raggiungere i 40 euro. Una simile situazione si è verificata in Germania negli ultimi mesi.
Inoltre, le recenti decisioni del Ministro Italiano della Sanità Patrizia Lorenzin, una proibizionista hard-core illustrano un chiaro esempio del paradosso che circonda la cannabis. Lo stesso Ministero che dovrebbe facilitare l’accesso alla canapa terapeutica sta ora cercando di far pagare delle pesanti pene pecuniarie ( oltre 6000 euro) da 8 farmacie italiane , accusate esser degli hotspot informatici che dispensano consigli e distribuzione di cannabis. La circostanza è considerata un crimine essendo considerata una forma di pubblicità per droghe illegali. Come conseguenza il Dr. Edoardo Alfinito e altri 7 colleghi sono contestando questa accusa in tribunale.
Nel frattempo il dibattito politico sulla cannabis ricreativa è risultato in un crescente interesse pubblico per la legalizzazione della cannabis, ci sono anche alcune alcuni attivisti che organizzano tradizionalmente delle manifestazioni di strada interessanti e molto ben frequentate a Roma ( www.millionmarianamarch.it) e a Pisa ( cfr. FB Osservatorio Antiproibizionista-Cannapisa Cree) e in altre città come Torino.
Queste manifestazioni non sono apparentemente molto in sintonia con gli sforzi per la legalizzazione. Essi difendono il principio di autodeterminazioni ma sono poco interessate a qualche forma di inclusione di altri soggetti. Questa è la loro forza e anche la loro debolezza.
La sezione pro-cannabis della popolazione generale non ha ancora raggiunto il punto di essere maggioranza nel paese, secondo il rapporto DIPSO pubblicato dall’Intergruppo Parlamentare Cannabis Legale sul sito www.cannabislegale.org ma è sicuramente solo una questione di tempo prima che una maggioranza di Italiani ed Italiane veda la luce.
La cannabis è considerata un soggetto divisivo anche a alcuni settori della Sinistra, ma nella quieta atmosfera conservativa e cattolica della cittadina sudtirolese Bressanone-Brixen. Il Comune ha disposto un grande labirinto della canapa nella piazza principale. Questa è una buona notizia, ma come riporta il locale attivista del CSC e di Encod Hans Peter Grünfelder, il governo locale evita di pubblicizzare la situazione. Non c’é dubbio viste le controversie politiche che circondano la pianta e l’opposizione del Papa.
In maniera simile, la questione della cannabis nel Parlamento di Roma è stata recentemente trattata come si trattasse di plutonio. Avendo diviso il Partito Democratico in fazioni contrapposte, alla fine il partito decideva il 26 luglio che invece di intavolare un dibattito aperto e franco, era meglio votare contro la proposta lanciata quattro anni fa da oltre 220 deputati e senatori per introdurre un parziale monopolio di stato sulla cannabis. Come richiesto dalla Commissione Antimafia per regolare il mercato e la produzione di cannabis.
Ancora peggio, una maggioranza interparlamentare di stampo proibizionista di governo ed opposizione decideva di impedire la discussione parlamentare sulla legalizzazione della cannabis e restringere il dibattito alla cannabis terapeutica.
Daniele Farina , presidente della Commissione Giustizia, dichiarava come la proposta in discussione si lontana anni luce dalla percezione popolare e il miglioramento della cannabis terapeutica sarebbe stata possibilmente meglio trattata dal Ministero della Sanità. “Noi lavoreremo per cambiare questa situazione, cercando di superare un proposta completamente retrograda che non è in sintonia con la società e l’evidenza scientifica.”
La discussione a questo punto è bloccata dalle elezioni politiche all’orizzonte che storicamente interrompono attività interparlamentari e così per la legislatura attuale ci si si può aspettare poco o nulla. Ma la discussione tornerà dopo le elezioni quando un’altra proposta di legge, una iniziativa di legge popolare presentata da 59000 cittadini secondo Luca Marola, attivista cannabis del Partito radicale e radiocronista.
Come risultato della situazione instabile molti italiani che lavorano sulla ricerca e sviluppo della cannabis hanno lasciato il paese . Molti sono emigrati in Spagna come risultato della situazione liberale di quel paese. Il flusso migratorio, una volta diretto nei Paesi Bassi e ora in Spagna o negli USA: Questo ricorda un p’ quel che succedeva agli operai specializzati tedeschi che si rifugiavano in Francia per motivi analoghi, una circostanza che portò alla formazione delle prime organizzazioni internazionali dei lavoratori.
Questa forma di migrazione rappresenta uno spin-off positivo per le economie die paesi di destinazione e un ulteriore impoverimento per la situazione politica ed economica nel paese di origine.
Nel frattempo Giancarlo Cecconi della Associazione Ascia e Cannabis Info Point ha dichiarato che “finalmente dovremmo esprimere la nostra rabbia perché se é vero che il boia se ne è andato, la forca è sempre qui!”
di Enrico Fletzer