Il BOLLETTINO DI ENCOD SULLE POLITICHE DELLE DROGHE IN EUROPA
NOVEMBRE 2016
Il Ministero tedesco della sanità è stato costretto da un verdetto della Corte Federale amministrativa ad autorizzare un paziente di Mannheim a coltivare fino a 130 piante di cannabis l’anno per garantirsi la terapia.Il permesso vale fino a quando le casse malattia non copriranno i costi delle cure.
LA PERSECUZIONE DI UN MALATO. FABRIZIO PELLEGRINI
Altri pazienti premono per lo stesso diritto in Germania, in Europa e negli Stati Uniti e la lotta dei pazienti continua. E’ il caso di Salisburgo dove il processo per coltivazione di cannabis a Willi Wallner del Cannabis Social Club ha dimostrato come l’Austria faccia parte un’ulteriore fronte avanzato della lotta per la libertà di coltivare sostenuta da Encod e dagli antiproibizionisti di tutta Europa.
Anche in Italia esistono associazioni e collettivi di pazienti che lottano per migliorare la loro situazione. A Roma ha aperto un cannabis café, un punto di incontro di pazienti per pazienti.
Ma esistono anche tanti casi isolati e facilmente criminalizzabili come nel caso del musicista di Chieti Fabrizio Pellegrini, affetto da fibromialgia, che da oltre dieci anni coltiva cannabis e viene regolarmente arrestato. E’ stato sbattuto in prima pagina e descritto come uno spacciatore da una alleanza di giornalisti, poliziotti e giudici degna di miglior causa.
Ma la sua è anche una vera e propria odissea terapeutica nonostante l’Italia sia stato uno dei primi paesi a legalizzare nel 2007 l’utilizzo terapeutico e addirittura la gratuità delle cure qualora prescritta da una struttura pubblica. Ma non per Fabrizio che in tutti questi anni non ha potuto far altro che coltivare la propria medicina nonostante avesse richiesto ripetutamente l’erogazione a titolo gratuito appellandosi ai suoi diritti costituzionali, ricevendo anche recentemente un rifiuto dalla ASL che ha dichiarato di non volere “assumere l’onere economico del farmaco richiesto…”. Pellegrini, privo di mezzi, è stato costretto a coltivare in casa la pianta medicinale, ed è stato nuovamente condannato.
Il due agosto di quest’anno, dopo una “parentesi” carceraria di 55 giorni, è stato sottoposto alla misura alternativa provvisoria della detenzione domiciliare e l’8 agosto 2016, è tornato a richiedere l’erogazione del farmaco.
Il 29 agosto è stato visitato dal medico curante che il 20 settembre 2016, ha sottoscritto la formale richiesta per “l’importazione di medicinali stupefacenti non registrati in Italia”, un sistema che permette un accesso più economico al farmaco, rispetto a quello normalmente praticato dalle farmacie italiane, ma, per ragioni incomprensibili, il medico non ha depositato la richiesta presso la farmacia.
Il 21 settembre 2016 il difensore, appresa la notizia del rifiuto del certificato medico in oggetto da parte della ASL e del “blocco” arbitrario della procedura di importazione aveva poi appreso dell’esistenza di un decreto che disciplina le modalità le modalità di erogazione e rimborsabilità dei farmaci e dei preparati galenici a base di sostanze cannabinoidi per finalità terapeutiche. Possibilità riservata solo ai cittadini residenti sul territorio regionale. Nel documento viene specificato che questo tipo di medicinali può essere prescritto (e di conseguenza rimborsato dal Sistema sanitario regionale) nei seguenti casi: riduzione del dolore associato a spasticità (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) con resistenza alle terapie convenzionali; riduzione del dolore cronico, con particolare riferimento al dolore neurogeno e con esclusione del dolore nella fibromialgia, in pazienti con resistenza ai trattamenti convenzionali; riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette, che non può essere ottenuta con trattamenti standard. I trattamenti potranno essere prescritti esclusivamente da specialisti operanti nei Centri per la sclerosi multipla o nelle unità operative di neurologia, terapia del dolore e cure palliative delle Asl regionali. La ricetta dovrà essere rinnovata volta per volta e potrà essere prescritto un quantitativo massimo di cannabis necessario a coprire 30 giorni di terapia. Il medico avrà anche il compito di monitorare gli effetti della terapia e dovrà trasmettere i dati relativi al paziente (ovviamente in forma anonima) al Servizio Farmaceutico della Asl di riferimento, che a sua volta li inoltrerà, in forma aggregata, all’Istituto Superiore di Sanità per l’aggiornamento delle informazioni scientifiche su questo tipo di cure, per le quali non ancora esistono evidenze adeguate. Saranno le farmacie a procedere alla preparazione, sulla base delle indicazioni del medico prescrittore, e a distribuire il farmaco al paziente. ”
Pellegrini ha così scoperto che la possibilità di ottenere il rimborso dell’esosa spesa necessaria per l’acquisto dei medicinali a base di “cannabis”, era stata espressamente esclusa per la terapia del dolore nella fibromialgia, proprio la grave patologia da cui è affetto.
Un’altra coincidenza? Il suo difensore parla di un provvedimento abnorme, adottato in palese violazione della legge regionale, il cui ambito d’applicazione è stato modificato in assoluta carenza di potere ovvero da una autorità non titolata a metterci mano alla legge regionale
Per comprendere la non comune gravità della violazione di legge è sufficiente sottolineare che, nel testo del decreto ribattezzato dalla stampa “contra personam” o “contra pellegrinum”, il commissario ad acta richiama una norma già abrogata.
È del resto sufficiente leggere il chiaro testo normativo per comprendere come il Legislatore regionale abbia inteso stabilire un principio di libertà medica non soggetto a limitazioni, e, nel prevedere l’erogazione a spese della ASL dei farmaci in oggetto, non ha certo previsto un numerus clausus di patologie o sintomatologie.
Ma vi è di più.
Secondo, il Direttore dell’Ufficio Centrale Stupefacenti presso il Ministero della Salute ha denunciato che ad oggi, nessuna richiesta d’importazione di prodotti a base di cannabis risulta pervenuta dalla ASL
Tanti misteri ma una sola certezza: all’accusato è stata negata ogni possibilità di cura in palese violazione della Costituzione e della stessa Legge Regionale il cui ambito d’applicazione, come si è detto, è stato arbitrariamente modificato con provvedimento a firma del Presidente della Giunta Regionale. Per non parlare delle Nazioni Unite che continuano a sostenere che le Convenzioni servono a garantire l’accesso ai farmaci essenziali.La lotta continua. Senza canapa niente giustizia e non solo per Fabrizio Pellegrini.
Di Enrico Fletzer
Notizie dalla segreteria:
Una discussione in progress:Il futuro del movimento antiproibizionista
Dopo la chiusura dell’UNGASS a New York le ONG per la riforma delle politiche sulle droghe si stanno interrogando sul futuro del movimento. In particolare in Europa, poiché il mito fondativo della UE che accompagnava la nascita dell’Osservatorio di Lisbona e la stessa Encod nel 1993 era la fondazione di una Europa politica e sociale che dalla gastronomia alle droghe avrebbe dovuto esser superiore alla barbarie allora praticata dagli Stati Uniti.
Il sogno è in frantumi ma tocca all’Europa politica, ai movimenti riprendere in mano questa bandiera. Anche per questo stiamo lavorando per incontrarci a Berlino per l’assemblea annuale di Encod con una parentesi di brain-storming aperto ai movimenti sociali ai fini di rielaborare una strategia europea con consigli e suggestioni ben graditi.
In questo Encod è stata sempre particolare. Radicale ma non chiusa o esclusiva.Un coordinamento aperto che privilegia l’automia e il self-empowerment ma anche capace di attraversare le istituzioni senza farsi fagocitare.
Anche per questi motivi il nostro coordinamento ci sembra importante anche se non auto-sufficiente. Per molte organizzazioni che si occupano di riduzione del danno, sul binario morto dei forum della società civile, spesso in combutta in coalizioni con strutture autoritarie e repressive si tratta di vivere. Per noi è importante navigare anche perché la domanda è sempre la stessa :chi cambierà il mondo? Quelli a cui non piace.