BOLLETTINO DI ENCOD BULLETIN SULLE POLITICHE DELLE DROGHE IN EUROPA
NOVEMBRE 2012
LA CANNABIS MEDICA IN ITALIA
L’Unione Europea rivendica tra le sue più importanti finalità il conseguimento della salute personale per i suoi cittadini. Dopo anni di pressione e di attivismo da parte di pazienti e professionisti, alcuni stati europei hanno adottano una qualche forma di accesso legale alla cannabis medica e ai cannabinoidi. E’ il caso di Germania, Finlandia, Austria, Svizzera,Paesi bassi ed anche dell’Italia. Tuttavia l’accesso legale alla cura, per quanto teoricamente possibile, è piuttosto contrastato se non impossibile per la maggior parte delle persone.
L’accesso alla cannabis medica in Italia non è facile.Non solo a causa della legge ma anche per fattori dovuti ad ostacoli culturali e politici, per non parlare dei costi. I medici italiani suggeriscono che i pazienti debbano provare tutte le medicine possibili prima di considerare un trattamento con la cannabis. Alcuni singoli ma anche istituzioni prendono in considerazione di rivogere il loro aiuto solo a pazienti in fase terminale. Questo è un trattamento cinico ed in alcuni casi vicino alla tortura per molti pazienti.
Il personale medico non è generalmente disposto a lavorare su terreni sensibili. Un buon esempio di questa attitudine è la procedura per gli aborti negli ospedali pubblici italiani che è divenuta piuttosto difficile se non impossibile in alcune regioni- nonostante sia una pratica assolutamente legale.
In Italia siamo considerati avere le migliori regole per la cannabis medica accompagnate dalle peggiori leggi sulle droghe in Europa. Il possesso di mezzo grammo di THC o la coltivazione di poche piante di cannabis possono esser punite con una pena detentiva da 6 a 20 anni di prigione. Due successivi governi di destra hanno dichiarato la guerra ai consumatori di cannabis che costituiscono il 75% dei procedimenti. Questa è la ragione di un 40% di detenuti causati dalla infame legge Fini-Giovanardi sulle droghe
Il diritto alla salute è ancorato nell’articolo 32 della Costituzione e questo principio è stato confermato per la cannabis dal Decreto ‘allora Ministro Livia Turco del 18 aprile 2007 . Questo decreto considera il THC tra le sostanze di importanza terapeutica ed utilizzabile per prescrizioni mediche, permettendo alle farmacie di distribuire preparazioni galeniche e l’importazione di preparazioni di cannabis prodotte all’estero
Ma le linee guida non sono state generalmente attese e ci sono molti problemi per ottenere le medicine. In effetti molti politici, l’opinione pubblica e anche la grande maggioranza dei fumatori di cannabis pensano che la cannabis medica sia illegale. Anche i medici tendono ad ignorare che i cannabinoidi importati più prescritti in Italia ed i preferiti dai pazienti, non sono altro che fiori di cannabis.
Il ministro Andrea Riccardi vuole una discussione sulle politiche delle droghe che avvenga in un governo regolarmente eletto ma lo staff del Dipartimento sulle Politiche Antidroga prosegue sulla vecchia strada e recentemente ha pubblicato un manifesto ideologico firmato da molti direttori medici che metteva in guardia dai pericoli della cannabis illegale .Questo suona come un avvertimento ai professionisti mentre alcuni tra loro potrebbero non essere a conoscenza del presente status legale della cannabis medica.
Sul mercato legale è possibile per i pazienti disporre della maggior parte dei cannabinoidi prodotti sul pianeta. Nonostante non prodotti in Italia sono disponibili prodotti sintetici e naturali come pure le infiorescenze femminili essiccate con un contenuto standardizzato di componenti attivi.
I cannabinoidi possono essere rimborsati dal Servizio sanitario nazionale nel caso che siano stati ordinati da un medico ospedaliero, nei casi il bilancio della struttura lo renda possibile e se utilizzati a livello ospedaliero. Rientra nella completa discrezionalità del medico per quali patologie e sintomi utilizzare i cannabinoidi
La cura inizia a 3-4 giorni dalla richiesta, in caso di preparazioni galeniche e dopo 2-3 mesi dalla prima richiesta di importazione di cannabinoidi da un’altro paese. A questo punto il farmacista li fornisce direttamente al medico o anche al paziente, dopo il pagamento del semplice prezzo all’ingrosso richiesto dal produttore così che il paziente pagherà meno di quanto è pagato nella farmacia dai pazienti del paese produttore: le strutture sanitarie italiane non applicano alcun sovrapprezzo. In Germania il fiore di cannabis sembra costare di più nel paese produttore ma questo non è il caso dell’Italia.
In realtà per la maggior parte dei pazienti che potrebbero giovarsi della cannabis medica è piuttosto difficile scoprire come farlo. Ci sono alcune organizzazioni come il PIC; Pazienti impazienti Cannabis,che hanno una struttura molto di base e che non possono raggiungere la maggior parte della gente che hanno bisogno di aiuto per orientarsi in una procedura burocratica piuttosto complicata.
Ora, mancando una rigida procedura attuativa o una produzione italiana, è sufficiente importare della cannabis medica che costa mendo di quanto pagata nel paese di produzione. Ma allora non sarebbe meglio continuare ad importare una cannabis medica relativamente economica? Lasciando tutto com’è e lavorando per sensibilizzare il personale medico sulla questione dal momento che sembra essere ancora riluttante?
Su questo punto un membro dei Pazienti Impazienti cannabis risponde:
“Sì,almeno teoricamente dal punto di vista della libertà di cura sarebbe meglio che ogni cosa rimanesse com’è, con tutti i potenziali terapeutici già fattibili al livello nazionale, ma solamente nel caso che i medici prescrivessero realmente questi farmaci e che gli ospedali non ostacolassero l’applicazione della attuale normativa.Sfortunatamente non è cosí, ed è necessario specificare nero su bianco in una legge regionale che non sarebbe necessaria se ogni cosa funzionasse già- per compensare decenni di bombardamento del subconscio del personale medico e dei cittadini con campagne anticannabis e di cercare di “normalizzare” al livello culturale al cura con i derivati della cannabis.
A livello dei medici è difficile intervenire, nessuno può dirgli neppure con una legge quel che va prescritto se non vogliono. Essi sembrano esser spaventati del considerare l’evidenza clinica dei loro pazienti e le loro preferenze terapeutiche. Normalmente per prassi i medici sono “informati” da informatori delle compagnie farmaceutiche li spingono a prescrivere un farmaco o l’altro, e la cannabis non è tra questi. Si potrebbe sospettare che la prescrizione sarebbe molto più facile se ci fosse un informatore farmaceutico che proponesse il prodotto ai medici.
Quali sono le prospettive del diritto ad utilizzare la cannabis per i pazienti italiani?
“Se i politici ed i medici non renderanno accessibili le cure con i derivati della cannabis medicinale per i malati che ne traggono o potrebbero trarne beneficio terapeutico, senza pregiudizi né esclusioni a priori di intere categorie di pazienti, allora il problema resterà.
Non si può chiedere ad un malato, che magari ha già verificato personalmente l’efficacia di questa sostanza per i propri sintomi, stato generale di salute, e qualità della vita, di rinunciare o aspettare i tempi della ricerca e della politica. Allevierà le sue sofferenze arrangiandosi da sé o in gruppo, come è suo diritto”
di Enrico Fletzer
Report dalla segreteria di Encod
In ottobre noi abbiamo pubblicato flyer per la campagna dei Cannabis Social Club in sloveno e in italiano, oltre le versioni in inglese, francese e tedesco.
In occasione della conferenza sull’uso della cannabis in medicina al Parlamento Europeo del 19 ottobre abbiamo rilasciato un comunicato stampa.
Abbiamo anche inviato una lettera di richiesta di sostegno urgente alle misure di riduzione del danno da inserire nella futura strategia sulle droghe della Unione europea. Questa lettera può essere copiata ed incollata da tutti i nostri associati per contattare le autorità nei rispettivi paesi.
Il comitato direttivo si è incontrato per tre volte via skype. Tra le altre cose ha adottato un codice di condotta per i rappresentanti negli incontri del Forum della Società civile. Con queste linee guida in mente Fredrick Polak ha partecipato al gruppo centrale del Forum della Società Civile che si è svolto il 22 ottobre e pubblicherà un rapporto completo su questo incontro nei prossimi giorni.
Il prossimo mese Encod parteciperà alla conferenza sui Cannabis Social Club in Slovenia
No Encod member has yet applied to the Encod Action Fund for small projects, Seeds for Drug Peace alla’ Università di Ljubljana l’ 8 Novembre e alla Cannafest a Praga dal 9 al’ 11 Novembre.
Nessun membro di Encod ha ancora fatto richiesta al Fondo di Azione per i piccoli progetti, Semi per la pace alle droghe