BOLLETTINO DI ENCOD SULLE POLITICHE SULLE DROGHE
NR. 17. MAGGIO DE 2006
DROGHE E DEMOCRAZIA
Per cambiare le politiche sulle droghe in Europa abbiamo bisogno di iniziative politiche. Secondo le regole della democrazia rappresentativa, questi cambiamenti devono essere proposti ed approvati dai parlamenti e poi adottati dai governi.In assenza di un reale dibattito politico sulle droghe, la maggior parte della gente mai riflette sul tema, e invece basano le loro opinioni sull?ignoranza e sulla paura. Essi associano I problemi di droga con le sostanze in sé e non (vogliono) capire che molti, forse la maggior parte di questi problemi sono causati dal fatto che le droghe sono proibite.
Invece essi pensano che la proibizione è il solo modo di evitare questi problemi. Come risultato, quelli che minacciano lo status quo attuale vengono percepiti come estremisti.
Nel frattempo, si svolgono dei dibattiti vivaci su come migliore le politiche sulle droghe nel mondo e su Internet. Operatori sociali, esperti e lobbisti di vario genere s’incontrano in diversi scenari, scambiano esperienze ed opinioni e, nel caso migliore, cercano di creare una qualche sorta di terreno comune. Ma fin quando questo dibattito non raggiunge i parlamenti, nulla di quello che è stato detto ottiene alcuna influenza effettiva sulla direzione che prenderanno le politiche future.
Anche quando questo dibattito finalmente raggiunge I parlamenti, e porta a delle decisioni che cambiano I principi fondamentali della Guerra alle droghe, I governi trovano sempre dei modi per ignorarli. Dal 2000, tre mozioni sono stati approvati nel parlamento olandese che chiede di fare degli esperimenti di legalizzazione controllata della coltivazione di cannabis per scopi commerciali e ricreazionali( attualmente rappresentanti una industria illegale di tra 1 e 4 bilioni di euro all?anno). Ma il governo si rifiuta di attuare queste indicazioni, insistendo che questo isolerebbe il paese dal resto d’Europa.
Perché nel dicembre 2004 il Parlamento europeo approvava delle raccomandazioni per un cambiamento fondamentale nelle politiche sulle droghe della Unione europea. Accanto alle raccomandazioni vi era una per permettere esperimenti come quello che era stato suggerito nei Paesi bassi. Qui la risposta (della Commissione Europea) è che le raccomandazioni non possono essere prese in considerazione, dal momento che gli stati membri della Unione europee sono autonomi nelle loro politiche sulle droghe.
Senza pressione politica diretta per agire, le autorità saranno sempre in grado di fuggire con le loro personali interpretazioni delle regole democratiche per evitare le vere scelte nella politica delle droghe. La questione delle droghe è simbolica del fatto che stiamo vivendo in una semidemocrazia nella quale è piuttosto difficile per i cittadini di svolgere un ruolo attivo nel processo di formazione delle decisioni oltre votare ogni 4 o 5 anni e sperando che la gente che è stata eletta cercherà sinceramente le migliori soluzioni per trattare i problemi della società In tal modo chi sono I cittadini che possono agire politicamente per la revoca della proibizione delle droghe?
Coloro che devono essere più interessati ad agire, consumatori di droghe sono spesso indeboliti da divisioni interne (‘La mia droga é meglio della tua’) dal carico dei problemi quotidiani, o ?forse-esattamente – esattamente dalla loro mancanza. La maggior parte dei consumatori di droghe in Europa non molti problemi a trovare i loro prodotti desiderati nel mercato nero.
Tuttavia, vi sono dei grandi svantaggi in questa situazione, e se i consumatori volessero eliminare questi, avranno il bisogno di associarsi e di alzarsi per difendere i loro diritti. Professionisti nel campo delle droghe, coloro che devono trovare delle soluzioni quotidiane per l?esclusione sociale, ma anche gli esperti che analizzano il fenomeno delle droghe, dovrebbero avere sufficienti ragioni per mettere in discussione l?attuale status quo. Come sono spesso dipendenti dai sussidi che vengono dall?alto, saranno sempre molto prudenti a non sbattere troppo la barca.
Tuttavia, la diplomazia sul problema delle droghe ha I suoi limiti: uno non può continuare a cacciare I topi quando c?é un elefante nella stanza che si chiama proibizione delle droghe. Gli imprenditori che lavorano nella zona grigia che é stata create dalla depenalizzazione di certe droghe( per la maggior parte la cannabis) sono un terzo gruppo che beneficerà da una fine della guerra alle droghe. Come nel caso dei consumatori, molti di loro sono evoluti nella situazione corrente e non sentono un bisogno immediato a cambiarlo. Tuttavia come abbiamo visto nei Paesi bassi, un?area grigia non fornisce garanzie per il futuro. Le prospettive a lungo termine del settore possono solamente essere assicurate da qualche forma di regolamentazione legale.
E infine, gli attivisti.
Essi costituiscono una specie a rischio, perchè sembra impossibile continuare a lavorare quasi volontaristicamente per le buone cause per molto tempo. L?attivismo politico, come sembra, rimane il terreno di giovani idealisti e di coloro che hanno un reddito fisso e che vogliono solo spendere tempo ed energia per contribuire ad aggiustare quello che hanno percepito come sbagliato nel corso delle loro vite.
Nonostante sia dotato di una piccolo infrastruttura, ENCOD cerca di combinare le energie dei rappresentati di queste Quattro categorie che sono desiderosi di sostenere iniziative politiche. La mancanza di stabilità finanziaria va compensate con molto idealismo. Qualche volta questo idealismo si surriscalda, come le iniziative di alcuni membri di ENCOD nei Paesi bassi (compreso il sottoscritto ) in aprile per fondare un nuovo partito politico con al centro la legalizzazione della cannabis.
Questa iniziativa si è rilevata non molto oltre un pensiero provocatorio, ma per lo meno è meglio di niente . Per il momento,il nostro ruolo sarà limitato a dare nei segnali: in una
conferenza sulla politica della droga europea nel Parlamento europeo dell autunno 2006 attraverso il dialogo con le autorità della Unione Europeo che deve iniziare nel 2007 e le mobilitazioni verso il Meeting delle Nazioni Unite a Vienna nel 2008. Nel frattempo con l’aiuto di tutti i membri di ENCOD; il messaggio della campagna Libertà di coltivare sta lentamente estendendosi all’ opinione pubblica europea.
Tutti questi problemi saranno in discussione durante la prossima assemblea generale di ENCOD, in programma dal 23 al 25 giugno ad Anversa. Per favore contattatemi se siete interessati a partecipare.
di Joep Oomen – encod.org