Sabato 5 Aprile- CSOA GABRIO- Via Revello 3 – Torino
Zona San Paolo Antiproibizionista
ORE 21 DIBATTITO: “Quali politiche sulle droghe dopo la Fini Giovanardi?- La carta dei diritti degli assuntori di sostanze”
Liberare le città per liberare le menti- Festa della semina 2014
Verso i Cannabis Social Club Italia!
Le nostre città le immaginiamo e le vogliamo libere, dal mercato, dalle speculazioni, da chi quotidianamente pretende di guadagnare sui nostri corpi e sulle nostre vite. Ma liberare le città per noi vuole dire liberare innanzitutto chi le vive, dalle oppressioni culturali di stampo razzista o sessista, dai diritti negati tutti i giorni, da stupidi ed inutili proibizionismi che pretendono sempre più di determinarci. Siamo giunti alla quattordicesima edizione della Festa della Semina, l’ultima nella storica sede di Via Revello, e sentiamo oggi una forte aria di cambiamento, che da oltre oceano si propaga anche in Europa e giunge fin da noi. Un’aria diversa da quel clima di terrore diffuso che ha prodotto per ben otto anni la Fini/Giovanardi, legge studiata ad hoc per individuare e colpire chi usa sostanze, come ben dimostrano i dati sulla popolazione carceraria e l’ingente mole di provvedimenti amministrativi tesi a limitarne le libertà.
Questa legge ha avuto il triste merito di andare a toccare tutti i tipi di usi, perfino quelli meno visibili e problematici, stroncando con il ricatto delle sanzioni e della perdita del lavoro ogni forma possibile di resistenza e di rivendicazione. Nel frattempo a fronte dei due miliardi di euro annui spesi in repressione, le mafie ne guadagnavano ben 60 nella totale impunità! Se in questi otto anni siamo stati costretti a difenderci subendo comunque pesanti vessazioni , ora è il momento di avanzare uniti, perseguendo quel diritto all’autodeterminazione che contrapponiamo fortemente alle logiche del mercato: noi non nasciamo consumatori ma assuntori di sostanze, ed è del tutto fuorviante anche solo pensare di impedire o proibire un comportamento innato, allo scopo di assoggettarlo a meri intenti di profitto che poco ci appartengono.
E’ giunta l’ora di riprenderci ciò che è nostro e nel modo in cui siamo abituati a farlo, dal basso con l’autorganizzazione, l’autogestione e l’autoproduzione. Se le mafie continuano a speculare sulle droghe con la complicità di chi ci governa, è un problema che ci tocca in prima persona, e che non possiamo delegare. Così come non possiamo più delegare la costruzione delle politiche sulle droghe al Dipartimento Politiche Antidroghe, organo autocratico che ideologicamente persegue chi dovrebbe sostenere e proteggere. Se le posizioni del nuovo Governo non sembrano voler arretrare di un passo rispetto a quelle ultra proibizioniste attuali, un gruppo di assuntori di sostanze ed operatori ha redatto una carta dei diritti, la cui condivisione con tutti e tutte voi è uno degli obiettivi che ci siamo dati. Per fare in modo di essere meno soli di fronte agli abusi di un sistema corrotto e malato, per permettere la costruzione di alternative dal basso che insieme possano essere praticate, come sempre più nuove esperienze in tutto il mondo ci suggeriscono.
E’ possibile non andare più in piazza a comprare dalla mafie, è possibile con l’autoproduzione sconfiggere il narcotraffico ed ottenere senza profitto alcuno i principi attivi che ricerchiamo, ma non possiamo farlo se soli, isolati o nascosti in quanto bersagli troppo facili da colpire. La storia, anche quella più recente, ci insegna che una comunità può scegliere ciò che è meglio per la propria salute e per il proprio benessere, e se determinata e unita può rivendicare le proprie istanze e lottare contro il sistema che gliele nega, autorganizzandosi con le pratiche che ritiene più adeguate allo scopo. Questo è lo spirito che muove tutte le nostre lotte quotidiane.
Perfino il comune di Torino ha preso posizione sulla questione, schierandosi a favore della marijuana libera e di politiche sulle droghe di stampo antiproibizionista, e sono sempre di più i Comuni italiani che ne stanno seguendo l’esempio. Se quelle dei politici però sono e rimangono sempre parole vuote in quanto mai si concretizzano in un reale cambiamento, sappiamo benissimo che l’unico avanzamento possibile è quello dal basso, un avanzamento necessario adesso più che mai: la scelta appartiene a noi. Liberiamo spazi, città e territori per liberare le menti, liberiamoci dal ricatto del mercato delle droghe. Basta comprare dalle mafie, auto produciamo il nostro futuro, la nostra libertà!