BOLLETTINO ENCOD SULLA POLITICA DELLE DROGHE IN EUROPA
NR. 52 GIUGNO 2009
VENTI DI CAMBIAMENTO
Sono in molti a pensare e a sperare che l’era Obama possa davvero dare una svolta anche alla politica sulle droghe negli Stati Uniti, e quindi con sicure ripercussioni a livello internazionale, non solo negli altri paesi consumatori, ma anche e soprattutto in quei paesi definiti produttori, E non sarebbero solo le centinaia di milioni di persone che vorrebbero potersi fumare uno spinello in pace, ma sono in molti ormai ad aver chiaro che il proibizionismo ha fallito. L’obiettivo che era stato annunciato nel 1988, ripreso poi dieci anni dopo, cioè di liberare il mondo dalle droghe, non sarà mai realizzato. La verifica di tale obiettivo, in programma lo scorso anno, rimandato poi a quest’anno, ha reso evidente che non è stato realizzato, come ampiamente dimostrato anche dalle spaccature nell’ultima riunione dell’UNODC di marzo a Vienna .
Alcuni eventi occorsi oltreoceano negli ultimi mesi sono stati accolti con moderato ottimismo anche dalle associazioni e organizzazioni che si battono per una diversa politica sulle droghe negli usa come Norml e DPA. Fra questi segnali di cambiamento ricordiamo:
l’annunciata fine dei raid della DEA contro i dispensari per i pazienti da parte di Holder, capo del Dipartimento di Giustizia, in quei paesi dove la legge statale lo permette (anche il Rhode Island si sta aggiungendo a California e New Mexico con la regolamentazione dei dispensari, mentre sono 13 in totale gli stati dove è consentito l’uso terapeutico della cannabis);
le dichiarazioni di Gil Kerlikowske, il nuovo capo del’Uffico per il Controllo delle politiche sulle droghe della Casa Bianca, che ha parlato di un radicale cambio di prospettiva degli sforzi della nazione per la lotta alle droghe, iniziando dall’eliminazione del termine “War on Drugs”;
la proposta di legalizzazione della Cannabis ad uso ricreativo in California e le dichiarazioni di apertura del governatore Scharwzenegger a tale proposta, sebbene basate su calcoli economici in quanto la relativa tassazione porterebbe parecchi milioni di dollari nelle casse dello Stato, ma ottima soluzione anche per arrestare l’avanzamento negli stati meridionali degli U.S.A. le guerre tra i cartelli messicani del narcotraffico e soprattutto a svuotare le affollatissime carceri statunitensi.
Un appello alla legalizzazione che è stato rinnovato, dalle centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato alla Wordlwide Marjuana March in più di 250 città di tutto il mondo nei primi week end di maggio. Anche dai media internazionali, stampa e tv, si sono levate le voci di chi ha scoperto o non hai mai smesso di indicare nella fine del proibizionismo la strada per affrontare in maniera migliore il fenomeno droga a livello planetario.
Dall’America del sud si fanno sentire i Presidenti di alcuni fra gli stati più coinvolti nella produzione e traffico di cocaina, Evo Morales dalla Bolivia, Chavez dal Venezuela, Correa dall’Ecuador e Lugo dal Paraguay, che fra l’altro hanno assunto una foglia di coca come simbolo della loro campagna per salvare il pianeta e la “madre terra”con un cambiamento radicale del modello di produzione e sviluppo.
Le Convenzioni Internazionali sono da rivedere, il dialogo deve essere riaperto e devono essere rimesse in discussione questioni fondamentali come il rispetto dei diritti umani e delle diversità culturali, e in tutto questo processo di cambiamento devono avere un ruolo fondamentale i cittadini, sia quelli dei paesi coinvolti nella produzione che nel consumo.
L’Europa oggi appare molto lontana dagli alti ideali che ne ispirarono la volontà di unione in tempi remoti, e ridotta a un gigantesco apparato burocratico a vantaggio di ricchi e banchieri.
Il 26 Giugno, la Commissione Europea presenterà la sua prossima iniziativa sull’argomento, un “Atto europeo sulle droghe”. Quando questa iniziativa fu presentata all’ultima sessione del “Forum della Società Civile sulla politica sulle droghe nell’UE” , un incontro di 35 rappresentanti di parecchi organizzazioni della società civile, dove era stata rigettata da tutti tranne che dalla Foundation for a Drug Free Europe.
In questa Unione Europea basata sul portafoglio ma senza il cuore, dove le decisioni sono prese da un un ristretto numero di persone e che si accinge a rinnovare il suo Parlamento, in realtà un perfetto simbolo di falsa democrazia, Giusto Catania un giovane europarlamentare italiano, era almeno riuscito nel quinquennio che sta per terminare, ad ottenere la maggioranza degli eurodeputati rispetto alle sue proposte chiaramente antiproibizioniste, nonostante tali indicazioni furono completamente ignorate dai governanti degli Stati membri e dalla Commissione Europea.
E proprio dall’Italia, e forse proprio per la vicinanza con le elezioni europee e amministrative, giungono invece notizie allarmanti, abbiamo infatti assistito ad una vera e propria censura. La Fiera Mondo Nuovo, al cui interno sarebbero entrati anche gli stand di Cannabis Tipo Forte (mostra-convegno che era giunta alla sua 5 edizione), che si sarebbe dovuta svolgere in questi giorni di fine maggio non viene autorizzata. Il veto a livello del comune di Faenza, retto dal Partito Democratico (in teoria sinistra), dopo la pressione di esponenti del U.D.C (partito cattolico) e con interventi del governo centrale nella persona del sottosegretario con delega alle droghe, Giovanardi, che soddisfatto ha ringraziato prefetto e sindaco per la sensibilità dimostrata nell’affrontare la questione. Alcuni mesi prima, il comune di Bologna aveva negato il Palanord dove la mostra si svolgeva da 3 anni, per motivi di sicurezza, e casualmente aveva fissato l’inizio dei lavori proprio 4 giorni prima dell’inizio stabilito della fiera! Rimaniamo comunque fiduciosi, così come lo sono gli organizzatori, di poter dimostrare che esiste ancora il diritto alla libertà di espressione e di poterci ritrovare insieme a settembre.
Ci auguriamo che questa estate, il cui inizio coinciderà anche con l’inizio di un nuovo ciclo per Encod, che rinnoverà il suo Steering Committee., possa portarci la sua luce e il suo calore per ricominciare con un autunno ricco di buoni frutti e nuove prospettive, sperando che il vento di cambiamento d’oltreaceano possa farsi sentire anche nel veccho continente e l’Unione Europa cominci anch’essa una nuova fase dove non contino più solo gli interessi economici e i poteri forti, ma anche i cittadini e la società civile abbiano un ruolo centrale nel determinare le politiche comunitarie, e che i governanti dei diversi paesi non continuino a fare orecchie da mercanti, ma inizino quanto prima a pensare di dover fare i conti con la nuova realtà internazionale.
Anche per questo Encod deve continuare il suo lavoro, cercando di raccogliere le realtà che lavorano in Europa per una politica giusta ed efficace sulle droghe, ed essere in grado di rispondere alle nuove sfide con proposte concrete che prima o poi avranno un loro ruolo nel cambiamento che sta per avvenire. Durante la prossima Assemblea Generale a Barcellona, pianificheremo una continuazione delle campagne e delle azioni promosse in questi anni come i Cannabis Social Club, e in un prossimo futuro speriamo di poter annunciare un primo esperimento di commercio equo e solidale di mate di coca prodotto ecologicamente in Bolivia, basato su un contacto diretto fra produttori e consumatori, attraverso canali completamente legali.
Alessandra Viazzi