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April 6, 2011  |  By ENCOD In BOLLETTINO

BOLLETINO ENCOD 74

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ENCOD BOLLETINO DI ENCOD SULLE POLITICHE DELLE DROGHE IN EUROPA

NRO 74 APRILE 2011

LA TARTARUGA SI MUOVE


I recenti eventi nel mondo arabo ci hanno mostrato che quando il popolo si unisce, è in grado di rovesciare i regimi più potenti e repressivi, anche in modo pacifico. E’ mai possibile che “l’approccio egiziano” possa applicarsi al regime di proibizione mondiale della droga? Avranno successo Encod e gli altri attori non governativi che vogliono sfidare l’attuale politica di controllo della droga?

Se l’ultimo meeting annuale della Commissione sulle Droghe Narcotiche delle Nazioni Unite (Cnd) può dare un’indicazione affidabile sullo stato attuale del dibattito sulle politiche internazionali, allora non c’è ragione di essere pessimisti. Per dirla con Michael Krawitz, direttore esecutivo dell’associazione dei “Veterani Americani per l’Accesso alla Canapa medica”: “Il dibattito mondiale sulla politica della droga è come una tartaruga marina gigante. Se ti metti di lato e la guardi, non la vedi muovere. Ma se vai via per un po’ e dopo ritorni, non è più nello stesso posto”.

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Lo stato attuale degli affari, è caratterizzato al meglio dalla discussione sulla foglia di coca. Nel gennaio del 2011 , 18 paesi, tra le quali Stati Uniti , GB,Francia e Germania presentavano una obiezione contro la proposta di emendamento del governo boliviano alla Convenzione Unica, per fare in modo che il consumo tradizionale della foglia di coca non sia più a lungo proibito. Apparentemente , la loro motivazione non ha nulla a che fare con la natura della foglia di coca o i suoi effetti sulla salute umana. E’ esclusivamente basato sulla importanza di mantenere la “integrità” delle convenzioni delle Naizoni Unite. La posizione di questi 18 paesi è una implicita ammissione che il processo di emendare il testo della Convenzione porterà inevitabilmemnte al suo smantellamento. Il loro messaggio al mondo è che essi preferiscono che la Convenzione delle Nazioni Unite venga violata piuttosto che modivicato o addirittura discussa.

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Durante la CND di quest’anno,i dibattiti più interessanti si sono tenuti durante i cosidetti eventi a margine dove poteva aver luogo una interazione diretta tra le ONG e i delegati governativi. Gli incontri ufficiali( Sessione Pletaria e comitato del Tutto) non offrivano nessun tipo di una visione e potevano venire tranquillamente disertati. Le voci che rappresentavano il Comitato ONG di Vienna sulle Droghe durante i suoi incontri con il nuovo direttore dell’UNODC Yuri Fedotov erano generalmente quelle che difendono la riduzione del danno e le politiche orientate alla accettazione rispetto alle droghe. Gli “elementi perversi” di quest’anno erano i superstiti grouppi proibizionisti ad olstranza che continuanao a diffondere messaggi come ‘ i bambini dovrebbero esser protetti contro la legalizzazione delle droghe”.

Quando noi di Encod, nel 1995, partecipammo per la prima volta alla riunione della Cnd, chiaramente non c’entravamo niente. I meeting erano dominati da uomini in completo, che mai avevano messo in discussione la Convenzione Unica. Non c’era nessuna attenzione da parte dei media, e le poche Ong che portavano un messaggio critico erano considerate come elementi eccentrici. Naturalmente, l’interazione fra i governi e la società civile non conduce automaticamente a comprendersi reciprocamente o a convergere sulle stesse idee.

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Naturalmente l’interazione tra i governi e la società civile non porta automaticamente ad una comprensione mutua o a un consenso. Il seguente è un breve riassunto di una conversazione con Francois Poinsot, rappresentante del governo francese a Vienna.

Domanda: Nel 2009, la Francia non sostenne l’introduzione del termine riduzione del danno nelle finalità delle politiche delle droghe delle Nazioni Unite, la pensate ancora allo stesso modo?

Risposta: La Francia crede che la riduzione del danno costituisca un elemento chiave nelle politiche delle droghe. Ma noi non vogliamo incoraggiare l’uso, così non permetteremo le stanze di iniezione sicura.

D. Che conclusioni traete dal fatto che il consumo di cannabis in Francia sia più alto dei Paesi bassi dove è esplicitamente disponibile agli adulti?

R. Non sono sicuro che i bassi livelli di consumo nei Paesi Bassi siano un risultato delle loro politiche. E? Vero che in Francia la cannabis viene banalizzata. Esiste una contraddizione tra la legge e la realtà. Ma la legge è necessaria per rendere efficaci le campagne di prevenzione.

D. Perché la Francia si è opposta alle richieste del governo boliviano di emendare la Convenzione Unica per eliminare il bando del consumo tradizionale della foglia di coca?

R. Noi non mettiamo in discussione il valore della foglia di coca nella regione andina, ma temiamo che le foglie di coca siano trasformate in cocaina. La Bolivia dovrebbe presentare un modello su come organizzare un mercato legale per le foglie di coca, così che noi possiamo considerarlo.

D. CI sarà qualche cambiamento nelle politiche francesi delle droghe nei prossimi anni?

A. In Francia noi siamo legalisti, ci piace preservare le leggi. Ma ci possono essere delle tendenze che dipendono dal contesto politico. Sotto il presidente Chirac si preferiva l’approccio medico, sotto Sarkozy si mette l’accento sulla sicurezza pubblica. Ma il messaggio di fondo è lo stesso : la prevenzione.

Tuttavia oggi, parlando col rappresentante del governo francese (ma anche con altri delegati) ho notato che non c’è più un reale convincimento circa il successo della proibizione. Le risoluzioni preparate per essere approvate l’ultimo giorno della Sessione Plenaria sostanzialmente riguardavano questioni tecniche. La linea politica del nuovo direttore dello Unodc), Yuri Fedorov, non è chiara, ma nel suo primo incontro pubblico con le Ong si è mostrato più rispettoso del suo predecessore Antonio Maria Costa.

Non è stata fatta alcuna menzione ufficiale del cinquantesimo anniversario della Convenzione Unica sulle droghe dell’Onu che cade quest’anno. Ma quando abbiamo distribuito l’annuncio che avremmo seppellito questa convenzione, ci è sembrato che la gran parte dei partecipanti fossero con noi.

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Ci è stato perfino concesso di fare un discorso nell’Assemblea Plenaria, il 25 marzo. Di fronte alle delegazioni di più di centocinquanta paesi, la rappresentante di Encod, Beatriz Negrety, ha spiegato perché la Convenzione Unica non è più rilevante: “Le Nazioni Unite dovrebbero cominciare a delineare una nuova strategia di controllo del fenomeno droga. Una strategia che sia costruita sulle esperienze locali e sulle evidenze scientifiche, e non più su principi “morali” completamente al di fuori della realtà. Come cittadini del mondo che sono preoccupati per il problema droga e ne subiscono gli effetti, raccomandiamo all’Onu di sostituire la Convenzione Unica con un accordo globale che permetta ai singoli governi di progettare e implementare le loro specifiche politiche”.

La stessa sera abbiamo celebrato la cerimonia di cremazione della Convenzione Unica di fronte all’edificio delle Nazioni Unite e il giorno dopo, con l’urna delle ceneri, abbiamo fatto la nostra conferenza stampa, commentando i promettenti sviluppi dell’uso della cannabis a scopo medico. Come sempre, gli sviluppi più interessanti sono il risultato delle iniziative dei cittadini: all’inizio, la riduzione del danno, le “stanze del consumo” sicuro e i Cannabis Social Club sono state tutte esperienze underground, prima di essere riconosciute dai governi come approcci legittimi. Questa lezione potrebbe valere anche per la foglia di coca, e varrebbe la pena tentare di fondare un Social Club Europeo della foglia di coca.

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Encod continuerà a collegare persone ed organizzazioni che vogliono adattare le politiche delle droghe alla realtà, e non il contrario. I membri del comitato direttivo e della segreteria continueranno a rappresentare le organizzazioni al livello delle NU e della EU ,ma allo stesso tempo possono esser sviluppate delle strategie pratiche per una azione comune. La buona notizia è che il nostro nuovo ufficio centrale- che è basato in un vecchio monastero nel centro di Anversa- sarà in grado di organizzare seminari e incontri quasi a costo zero, inclusa possibilità di far dormire un gran numero di persone. Questo edificio è gestito da un gruppo di artisti e di persone senza casa, tanto che in tal modo la teoria è combinata con la pratica.

Con Michael Krawitz abbiamo discusso la necessità di scambiare esperienze fra i Cannabis Social Club dei diversi continenti e di stilare un codice operativo di condotta. Forse già quest’anno potremmo annunciare la Prima Convenzione Mondiale dei Cittadini sulla cannabis. Diamo una spintarella alla tartaruga…

Di: Joep Oomen

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