ENCOD IL BOLLETINO DI ENCOD SULLE POLITICHE
DELLE DROGHE IN EUROPA. Numero 135
Ho avuto l’onore di servire come la direttrice europea di Law Enforcement Against Prohibition (LEAP) (Gli esecutori della legge contro il proibizionismo) negli ultimi quattro anni, e sono stata gratificata dal mio lavoro a capo della costituzione di gruppi molto attivi a livello nazionale in Gran Bretagna e in Germania, con la prospettiva di costituirne altri in altri paesi. Secondo la mia visione il personale che fa rispettare la legge costituisce una voce critica con una postazione unica all’interno del dibattito sulle politiche delle droghe a livello internazionale.
La LEAP,fondata nel 2002 , conta oggi oltre 150,000 tra sostenitori e portavoce in 20 paesi.Noi siamo composti da agenti di polizia,avvocati, giudici,direttori di carceri, giudici del riesame, personale militare e dell’intelligence e pure di zar internazionali sulle droghe. Quel che ci unisce è una conoscenza professionale condivisa lungo tutto il campo della applicazione delle leggi, quel terreno in cui il proibizionismo sulle droghe ha egregiamente fallito.
Nel corso degli ultimi 50 anni il consumo globale di droghe è aumentato esponenzialmente , la potenza delle droghe illegali è aumentata, esse sono reperibili ovunque e il prezzo delle droghe di strada è sceso drammaticamente .Confrontati con queste informazioni, come possono i nostri governi sostenere che stanno per vincere la “guerra alle droghe” e per creare un “mondo libero dalla droga”?
E’ tutto il contrario- il proibizionismo ha reso possibile la costituzione di un mercato nero globale ed esponenzialmente crescente.
Io sono divenuta cosciente del fallimento del proibizionismo sulle droghe mentre stavo lavorando per il MI5 nei lontani anni Novanta.Uno dei miei incarichi riguardava l’investigazione sulla logistica di organizzazioni terroristiche, una attività che implicava una stretta collaborazione a contatto con gli ufficiali delle Dogane di tutta la Gran Bretagna. Questa esperienza mi ha reso consapevole che la “guerra” era stata persa. Ma mi ha anche reso molto cosciente, quasi subito, di come esistesse una massiccia correlazione tra il mercato illegale delle droghe e il finanziamento del terrorismo.
La DEA statunitense stima che oltre la metà dei gruppi terroristici individuati in tutto il mondo guadagnano la base dei loro finanziamenti dal denaro proveniente dalle droghe.In tal mondo da un lato proibire le droghe e combattere la “guerra alle droghe” provvede un flusso di introiti fondamentale per i terroristi, non ultimo l’ISIS che controlla parte del flusso di eroina dall’Asia Centrale all’Europa. Dall’altra parte l’Occidente sta pure conducendo la “guerra al terrore’ per combattere questi stessi gruppi
In tal modo tutto quello che i nostri governi offrono al complesso militare securitario da una parte, lo forniscono pure dall’altra.
Ma non ci sono solo brutte notizie. Paesi nell’America Latina e stati in Nordamerica stanno legalizzando la cannabis, sale per l’iniezione sicura si sono sviluppate in tutta Europa, il Canada si sta attrezzando a legalizzare la cannabis,e la decriminalizzazione delle droghe è stata di grande successo in paesi come Portogallo e Repubblica ceca.
Anche a livello delle Nazioni Unite, che ha tenuto una cosa che succede per ogni generazione, la Sessione Speciale della Assemblea Generale a New York, il concetto di riduzione del danno è stato per lo meno annunciato da alcuni paesi, nonostante il progresso sia glaciale.
I tempi potrebbero non esser di cambiamento troppo rapido per molti di noi che lavoriamo nel mondo della riforma delle politiche delle droghe, nonostante siano stati fatti piccoli passi nella direzione giusta da alcuni paesi. Ma sebbene i paesi più progressisti all’interno della comunità internazionale siano ancora ristretti nel letto di contenzione costituito dalla cornice dei Trattati sulle droghe delle Nazioni Unite.
E mentre la riduzione del danno è un buon progresso nel cui contesto non si criminalizza più chi sceglie di utilizzare sostanze,é completamente , it esso fallisce completamente nell’affrontare il problema più grande che ho menzionato prima: il fatto che la criminalizzazione di certe droghe spinge il mercato nella clandestinità, procurando ogni anno enormi profitti ai cartelli del crimine organizzato e ai gruppi terroristi di tutto il mondo .Il proibizionismo ha scatenato la più grande ondata di crimini che il mondo abbia mai visto. Come con la proibizione dell’alcool nella America del XXmo secolo, solo la legalizzazione e la regolamentazione toglierà il mercato dalle mani assetate di profitti dei criminali.
Ho appena visto un vecchio dibattito notturno alla BBC tra l’attore e regista, Russell Brand, e lo scrittore e commentatore di destra , Peter Hitchens. Il dibattito racchiudeva le posizioni intrinseche di sia il campo riformista che di quello proibizionista. La prima era rappresentata da Brand, un ex consumatore di droga in trattamento, che difendeva una terapia basata sulla astinenza. Mentre la seconda da Hitchens, un guerriero antidroga che affrontava la questione partendo da una posizione morale, sostenendo che assumere droghe è un crimine e che tutti tali crimini dovrebbero esser perseguiti in funzione di deterrenza. Mentre io naturalmente propendo più verso la posizione di Brand,che due anni fa galvanizzò una piuttosto addormentato incontro della Commissione Annuale delle Nazioni Unite a Vienna che richiedeva una completa legalizzazione delle droghe, e quindi mentre rispetto le sue esperienze personali, io penso veramente che lui abbia tralasciato un passaggio.
Certamente,le persone con problemi di dipendenze dalle droghe hanno bisogno di aiuto e compassione e non della prigione, ma la maggior parte di quelli che scelgono di bere non sviluppano l’alcolismo. E tuttavia i parametri del dibattito sulle droghe raramente oltre passano il problema ultradibattuto dei consumatori “problematici”, sia tra i circoli riformisti che tra quelli proibizionisti.
Noi non chiamiamo tutti i bevitori alcolisti perché nel discorso pubblico,allora perché tutti i consumatori di altre droghe sono buttati nel mucchio in quanto “tossicodipendenti” nei dibattiti di alto livello?
Per quanto riguarda Hitchens, sono basita. Lui sembra pensare che tutte le leggi siano immutabili, scolpite nel granito con parole che vengono dall’Alto, e in quanto tali vadano applicate strettamente. Queste sono cazzate. Tutte le leggi cambiano e si evolvono per riflettere i costumi mutanti delle società che li scrivono. Se questo non avvenisse, noi in Occidente dovremmo ancora bruciare le streghe, possedere
degli schiavi, non permettere alle donne di votare, metter fuori legge l’omosessualità e, naturalmente in America,l’alcool sarebbe ancora proibito.Tuttavia non tutte queste leggi datate ,ingiuste e crudeli sono state spazzate via,
Nel 2014 la LEAP ha pubblicato una Proposta di Emendamento dei Trattati delle Nazioni Unite, nel quale noi sosteniamo che tutte le droghe dovrebbero essere ricondotte nell’orbita dalla Organizzazione Mondiale della Salute nel quadro della convenzione sul controllo del tabacco del 2003.Noi sosteniamo che solo la piena regolamentazione e controllo del mercato delle droghe metterà fine al flagello del mercato illegale delle droghe.Fino a quando questo succeder per lo meno $320 migliaia di milioni l’anno di profitti continueranno a beneficiare solo i cartelli del crimine e le organizzazioni terroristiche.
La “guerra alle droghe” ha fallito.
Albert Einstein,che non era assolutamente un cretino,sosteneva che la vera definizione di follia era voler continuare a fare la stessa cosa, anche se continua a non funzionare, nella speranza di poter raggiungere un risultato differente. Questo è quello che noi vediamo con il proibizionismo.
E’ tempo che questa follia abbia termine.
A cura di Annie Machon ex agente MI5 della LEAP
Notizie dalla segreteria
Stiamo lavorando duramente dietro le quinte per riorganizzare e ridefinire i nostri ruoli dopo la morte improvvisa del cordinatore Joep Oomen .
Nel frattempo Enrico Fletzer dello Steering Commitee di ENCOD Steering Committee parteciperà con uno stand alla fiera della cannapa Indica Saliva Trade di Bologna, dal 20 al 22 maggio.