BOLLETTINO DI ENCOD SULLE POLITICHE DELLE DROGHE IN EUROPA
DICEMBRE 2012
SMANTELLARE LO STATUS QUO DELLA POLITICA SULLE DROGHE
La piramide dei danni e dei benefici della politica sulle droghe
Lo status quo nel dibattito sulla politica sulle droghe è un risultato del fatto che la proibizione delle droghe e il traffico illegale non costituiscono in nessun senso delle forze in contrasto. Esse si tengono insieme mutualmente l’una con l’altra. Esse sono due strumenti dello stesso impero economico e politico di dominio,con due grandi soggetti portatori di interessi :l’industria criminale e l’industria della sicurezza, entrambe profondamente radicate nei settori pubblici e privati.
Lo status illegale delle droghe è uno strumento conveniente per il controllo di milioni di cittadini, la violazione dei loro diritti umani, la militarizzazione delle loro società, il dominio della loro cultura e la distruzione delle loro risorse naturale.Tutto questo sulla base di argomenti che sembrano ben intenzionati agli occhi dell’opinione pubblica, come la protezione della salute della gente e la sicurezza del pianeta.
Le autorità politiche,legali e sanitarie europee che trattano con il tema della droga hanno iniziato a comprendere che la proibizione è controproducente. Come dei funamboli, essi stanno bilanciando la tensione tra la legge e l’applicazione pragmatica della legge dove è virtualmente impossibile perseguire un fenomeno tanto massiccio come il consumo di droga. Tuttavia, sulla questione di se questa tensione debba portare ad una riforma legale, nessun paese europeo sembra pronto ad andare più lontano di correzioni semplicemente cosmetiche.
Nel frattempo,quelli che soffrono di più di politiche sulle droghe che non funzionano sono dei semplici cittadini che non hanno accesso a dei livelli di presa di decisione.Mentre i politici e le autorità rimangono sul dibattito di avere o meno un dibattito, questi cittadini divengono sempre più coinvolti nella architettura dei futuri modelli di politiche. Tuttavia, ci vuole un po’ di tempo per smantellare lo status quo.
Marisol Touraine
In Francia,il dibattito sullo status legale della cannabis era stato recentemente riscaldato dal ministro nazionale della Educazione Vincent Peillon, che si era espresso in favore di un nuovo sistema regolato sulle droghe rispetto a due grandi casi di corruzione.Dopo le parole di Peillon molti giornalisti e politici hanno espresso il loro sostegno alla riforma della politica delle droghe ma il primo ministro Ayrault decideva di chiudere la discussione. Ma il ministro della salute Marisol Touraine commentava che l’apertura di sale di iniezione sarebbero state tra le sue preoccupazioni principali.
In Italia un incontro nazionale di attivisti per una riforma delle politiche sulle droghe si è svolto in una enorme fabbrica occupata della multinazionale statunitense J.Colors a Pisa. Pochi giorni prima la polizia antisommossa di Milano aveva interrotto un rave illegale attaccando i frequentatori nel mezzo della notte. Ma il tema principale dell’incontro è stata la possibile organizzazione di cannabis social club in Italia, possibilmente iniziando con gruppi di pazienti che coltivano per il proprio uso personale.
In Spagna gli attivisti delle politiche sulle droghe stanno lanciando l’allarme rispetto alle conseguenze di grandi risparmi sui programmi sulle droghe come conseguenza di misure di austerità. Nella sua analisi delle nuove misure, ENLACE, la Federazione delle Organizzazioni della Società Civile Andalusa che lavorano sulla riduzione del danno, deplora il fatto che le organizzazioni della società civile saranno quelle più colpite: “Noi svolgiamo un lavoro necessario in termini professionali, creando reti nei vicinati e nei paesi. Tuttavia, anno dopo anno meno soldi sono disponibili per il nostro lavoro. Molti lavoratori non hanno ricevuto lo stipendio, molti di loro stanno investendo il loro denaro personale per riempire il vuoto che il governo sta lasciando”.
Nella Repubblica ceca la modifica di legge per consentire l’uso medico della cannabis va verso la terza lettura nel Parlamento. Quando sarà approvata passerà al Senato per la ratifica e poi al presidente affinché la firmi. La legge prevede che la cannabis medica sia resa completamente accessibili ai pazienti con il miglior controllo possibile e un monitoraggio scientifico dell’Istituto Statale Controllo della Droga. La coltivazione della cannabis da parte dei pazienti dovrebbe esser possibile a partire dal primo gennaio 2014.
In Germania , aspettative, discussioni sulla legalizzazione e la depenalizzazione della cannabis si stanno sviluppando in una direzione positiva, ma le autorità forniscono delle reazioni deludenti. Nessuna proposta è stata seriamente prese in considerazione.
Non è ancora chiaro quale sarà il futuro del passi per l’erba ora che un nuovo governo è andato al potere nei Paesi bassi. Il nuovo governo ha le stesse persone al ministro di Sicurezza e giustizia, e loro stanno cercando di continuare il più possibile con i loro progetti. Per fortuna, vi è una resistenza diffusa e forte dalle città più importanti ,e anche da molte di medie dimensioni, ed è ancora poco chiaro quale sarà l’esito. Nelle prossime settimane le sentenze di una serie di cause giudiziarie contro i coffee shop saranno rese pubbliche. Questo potrà influenzare il decorso ulteriore della politica olandese sulle droghe. IL ministro Opstelten (Sicurezza e giustizia) continua a sostenere che queste politiche hanno una finalità nazionale, ma che un aggiustamento locale sarà possibile. Per cui noi semplicemente non sappiamo come andrà a finire.
Nel frattempo le politiche sulle droghe in Belgio sono state riformulate dai piedi alla testa: Cannabis Social Club Trekt uw Plant ( Coltiva la tua pianta) sta rapidamente crescendo in numero di affiliati. Circa 300 Begli hanno ora la possibilità di ottenere una pianta di cannabis raccolta dalla organizzazione e numerosi gruppi sono vicini a far partire un proprio CSC.
L’esempio dei CSC in Belgio e in Spagna continua ad inspirare attivisti in altri paese per intravedere un orizzonte oltre l’attuale status quo. All’inizio di novembre,è stato organizzato un seminario su come istituire un CSC che si è tenuto a Ljubljana in Slovenia. Per il momento gli attivisti della cannabis sloveni sono molto coinvolti nelle iniziative per liberare Bozidar Radisic, ma quando questa lotta sarà finita, la partenza di un CSC potrebbe essere il prossimo passaggio.
Il 30 novembre, il concetto di Cannabis Social Club sarà spiegato durante la Festa del Raccolto del Centro Sociale di Torino, in Italia, e il primo dicembre una assemblea generale della Federazione Francese dei CSC si svolgerà a Parigi.
A cura di Joep Oomen (grazie a Enrico Fletzer, Farid Ghehioueche, Fredrick Polak, Hanka Gabrielova, Ingrid Wunn e Peter Webster)