l nostro “no” al Decreto Lorenzin in materia di droghe
30.04.2014
Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, certo che, dopo l’intervento che mi ha preceduto del collega Pagano, verrebbe voglia, come dire, di seguire la traiettoria, di ingaggiare, ma, invece, cercherò di tenere la dritta via. Abbiamo già affermato, in sede di discussione sulle linee generali, che questo decreto si muove sul filo di una tragedia scampata, ma anche di un’occasione mancata.
La tragedia scampata era nelle intenzioni del Ministro Lorenzin, che cercava di reintrodurre per decreto la legge Fini-Giovanardi, caducata dalla Corte costituzionale. Però vi è anche l’occasione mancata di una più decisa inversione di rotta in tema delle politiche in materia di stupefacenti, capace di porre rimedio ai danni inferti – danni umani e sociali, ancor prima che economici – da quello sventurato fallimento in forma di legge. Con la posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul provvedimento l’occasione è doppiamente mancata. Si è privato il Parlamento e il Paese della possibilità di discutere e conoscere meglio una materia sulla quale hanno operato per anni, anzi, decenni, costanti falsificazioni.
Abbiamo sentito di tutto in quest’Aula, di tutto ! Vi è l’ex sessantottino, vi è Jimi Hendrix, vi è il rischio di ictus aumentato fino a dieci volte, come quello di contrarre malattie infettive, vi è il consumo di stupefacenti che sarebbe calato in modo rilevante dopo la Fini-Giovanardi, vi è la cannabis OGM, il THC al 60 per cento e il vino a 130 gradi
E non è uno scherzo, è nei resoconti della Camera. Ed è anche la spia del fatto che argomenti pseudoscientifici sono stati distribuiti a piene mani negli anni, a opera non di scienziati o consulenti, ma di figure che ormai appaiono quali imbonitori da circo; cosa molto grave, questa. Dell’urgenza del decreto, delle 500 sostanze in libertà che erano motivo di quell’urgenza, non abbiamo più trovato traccia nei nostri lavori. Nei nostri lavori si è parlato, si è svolto, in realtà, un derby in foglia di pianta, perché soltanto dicannabis abbiamo parlato; delle altre 500 sostanze, praticamente mai.
Una sostanza, la cannabis, che non aveva alcun bisogno di essere ritabellata: lo era già, lo è, lo sarà. Ma, se il Paese avesse potuto assistere, dicevo, alla nostra discussione, ben avrebbe compreso che, dietro ipotetiche certezze scientifiche, sgorgava, in realtà, un mix di credenze e di ideologie; falsificazioni pseudoscientifiche, dicevo, al limite della farneticazione.
Ed è l’aspetto più grave, ricordavo, perché il Parlamento deve essere messo in grado di vedere per decidere, conoscere per legiferare, e questo è un limite straordinario degli anni che sono passati e dell’inganno che abbiamo subito.
Le politiche sugli stupefacenti vanno profondamente riorganizzate sul profilo normativo degli indirizzi e degli strumenti allo scopo previsti, a partire da quel Dipartimento per le politiche antidroga che è stato in questi anni un’antologia dell’orrore.
Urge, dopo anni di oscurità, una grande conferenza per le politiche sugli stupefacenti che rimetta in carreggiata ciò che è deragliato, poi arriverà la regolamentazione in cui lo Stato finalmente, deciderà di assumere un ruolo anche di reale contrasto a quelle organizzazioni criminali del narcotraffico che si sono dilatate enormemente in questo vuoto di responsabilità.
Oggi serviva, dunque, un passo molto deciso. Abbiamo fatto bene – permettetemi questo inciso – a preoccuparci tutti dei nostri figli e io ci aggiungo una preoccupazione: quella per quegli applausi inconcepibili tributati ieri ai colpevoli della morte di Federico Aldrovandi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché si parla di un blocco stradale una mattina, magari alla ricerca di una fantasiosa supercannabis.
Questo provvedimento non è né carne, né pesce. Non è carne da macello che qualcuno tentava, ma non è neanche il pesce della speranza a cui molti guardano e che era necessario. C’è un fattore decisivo per il nostro voto contrario: migliaia di cittadini condannati in via definitiva in base ad una norma dichiarata incostituzionale che hanno subito pene irrazionali molto maggiori, il triplo, di altri cittadini per gli stessi reati che magari però hanno avuto un po’ più di risorse e qualche buon avvocato. Neanche questo è stato fatto. Era compito della politica indicare la via, non della Corte di Cassazione come forse avverrà. Noi siamo pagati per assumerci le responsabilità e quando non lo facciamo è giusta la distanza, e financo il disprezzo, dei cittadini per la politica. Per queste ragioni Sinistra Ecologia Libertà voterà contro questo provvedimento