Al Dipartimento per le Pari Opportunità,
10 febbraio 2011
Cara Signora/ Caro Signore
Con la presente vorremmo inviare un reclamo al governo italiano per discriminazione razziale e culturale nei confronti dei popoli indigeni della regione delle Ande in Sudamerica
Nel 2009, il Presidente della Bolivia, Evo Morales, richiese alle Nazioni Unite la modifica del testo della Convenzione Unica sulle Droghe Narcotiche del 1961. Quel cambiamento avrebbe messo una fine al divieto discriminatorio e scientificamente insostenibile della masticazione delle foglie di coca, una pratica millenaria tra le popolazioni indigene della regione delle Ande.
Testimonianze archeologiche dimostrano come il consumo della foglia di coca risalga per lo meno a 5000 anni prima di Cristo.
La richiesta fu impostata in modo tale che la modifica del testo sarebbe stata applicata solamente ai paesi produttori di coca nella regione delle Ande, mantenendo contemporaneamente integro il sistema globale di controllo per la coltivazione della coca e la cocaina.
Il divieto della masticazione della foglia di coca nella Convenzione unica del 1961 era basato sulle scoperte della Commissione di Inchiesta sulla Foglia di Coca del 1950.Questo rapporto era stato da allora criticato dagli analisti come arbitrario, impreciso, razzista e culturalmente insensato.
La procedura delle Nazioni Unite per occuparsi di richieste come quella avanzata dalla Bolivia, prevedono che ognuno dei 190 paesi membri delle Nazioni Unite deve accettare la richiesta. Se solamente un paese presenta una obiezione, la richiesta viene rifiutata.
Secondo i rapporti che sono usciti dai recenti incontri del “Gruppo Orizzontale Droghe”, il comitato degli stati membri della Unione europea che si occupa delle politiche sulle droghe, il governo degli Stati Uniti aveva richiesto che la Unione europea obbiettasse alla richiesta boliviana.
La motivazione del governo degli Stati Uniti non ha nulla a che fare con la natura della foglia di coca e la sua regolamentazione. Secondo una dichiarazione fatta dalla ambasciata statunitense in Bolivia il 26 gennaio 2011, la posizione del governo statunitense è basata sulla importanza di mantenere l’integrità della Convenzione del 1961. L’integrità a questo proposito può essere interpretata come quello che il governo statunitense considera la “ bontà morale” della convenzione delle Nazioni Unite .
Allo scadere del termine per la presentazione di obiezioni contro la richiesta boliviana il 31 gennaio, risultò come 17 paesi della Unione Europea non avevano presentato alcuna obiezione. Uno di loro ( la Spagna) aveva anche appoggiato apertamente la richiesta.
Nel gennaio del 2011 il governo italiano presentava una obiezione alla richiesta boliviana alle Nazioni Unite appoggiando in tal modo il mantenimento del divieto del consumo tradizionale della foglia di coca in Bolivia.
Questo divieto deve essere considerato un deplorevole atto di razzismo, dal momento che criminalizza e stigmatizza una pratica culturale antichissima priva di effetti negativi.
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni afferma che “ il popoli indigeni hanno il diritto di mantenere, controllare, proteggere e sviluppare il loro patrimonio culturale, la conoscenza tradizionale e le espressioni culturali tradizionali.”
Nella Dichiarazione di Madrid della Unione Europea- Summit con America Latina e Caraibi il 18 maggio 2010, i paesi europei avevano riconosciuto il patrimonio culturale dei popoli indigeni.
Italia ha riconosciuto in questo contesto il diritto dei popoli indigeni di proteggere e mantenere il loro patrimonio culturale.
Noi Vi esortiamo ad intraprendere ogni iniziativa legale che sia appropriata per domandare al governo italiano di agire in ossequio alla Dichiarazione di Madrid, di ritirare la sua obiezione all’emendamento boliviano e di smetterla di giustificare la criminalizzazione di una pratica culturale.
Coalizione europea per politiche giuste ed efficaci sulle droghe
Fredrick Polak
Antonio Escobar
Marisa Felicissimo
Jorge Roque